La pala d’altare del Carretta è stata oggetto di un importante intervento di restauro, realizzato tra il 1999 e il 2005, promosso dalla Comunità di Trassilico e reso possibile grazie alla Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E. di Lucca e Massa Carrara, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, alla Fondazione Banca del Monte ed al Comune di Gallicano.

La grande ancona è concepita come una struttura autoportante assemblata ad incastro e poggiante sulla predella: questa è costituita da una scatolatura in legno di conifera e di pioppo, sul cui fronte tripartito sono dipinti i santi incorniciati in archetti riportati; su questa si innestano le eleganti lesene dorate, munite di basi e capitelli. L’essenza lignea adoperata è pioppo o tiglio sia per i dipinti che per le parti ad intaglio. Queste ultime sono dorate a foglia su fondo azzurro; i fianchi delle lesene presentano invece un decoro geometrico a tempera.

L’alto tasso di umidità ambientale è da ritenersi fra le cause di maggior degrado dell’ancona: il legno appariva infatti ingiallito, gli incastri allentati, rilevante l’attacco di insetti xilofagi, numerose le zone di decoesione fra il supporto, gli strati preparatori e la superficie pittorica.

Nel corso di un restauro piuttosto antico alcune parti di cornici erano state rifatte e su estese zone di intaglio erano state applicate nuove dorature a foglia; il dipinto centrale, anch’esso oggetto di un antico restauro, presentava molti distacchi degli strati preparatori dal supporto, probabilmente aggravati dalla sostituzione delle traverse originali con tre traverse di legno avvitate al supporto: questo sistema rigido aveva bloccato le assi che compongono il supporto e aveva contribuito al crearsi di distacchi delle assi stesse nei punti di giuntura e all’andamento ‘ondulato’ del supporto. La superficie pittorica, probabilmente oggetto di una drastica pulitura che aveva causato gravi svelature del colore, era stata abbondantemente ridipinta con vernici ormai alterate e stuccata con stuccature debordanti lungo le connettiture delle assi.

L’intervento di restauro ha interessato sia la struttura lignea e i supporti delle parti dipinte che la superficie pittorica e le dorature; le parti lignee del tabernacolo sono state risanate con inserimenti di piccole sverzature; le parti con funzione portante sono state, dove necessario, sostituite per garantire la tenuta del peso della struttura (come nel caso del piano superiore della predella, sostituito da un piano lamellare di legno di tiglio); il supporto del dipinto centrale è stato risanato mediante tassellatura delle parti infragilite, ricongiungimento delle assi mediante inserimento di cunei e ricostruzione di una nuova traversatura in rovere lamellare con ancoraggio elastico.

La superficie pittorica è stata consolidata e pulita; sulle parti dorate sono state asportate le vernici alterate, il nerofumo, la porporina.

Le lacune della doratura sono state colmate con gesso di Bologna e colla di coniglio e preparate all’integrazione con terre bolari che hanno costituito una buona base cromatica per l’integrazione a rigatino con foglia oro. Si è scelto di lasciare le parti già ridorate nel corso del vecchio intervento, nonostante esse apparivano più chiare e levigate dell’originale e di trattarle con un velo di colore ad acquarello per uniformarle all’originale.

Il ritocco pittorico delle piccole abrasioni di colore originale e delle piccole lacune è stato condotto con colori a vernice con la tecnica della selezione cromatica. La grande lacuna nella predella è stata integrata con la tecnica della astrazione cromatica.

Il restauro (1999-2005) è stato condotto da
Lo Studiolo s.n.c.
di Luigi Colombini e Ilaria Nardini con Maddalena Lazzareschi e Lucia Ricciarelli

Documentazione fotografica: Lucio Ghilardi

Direzione dei lavori: Antonia d’Aniello

 

L’organo di S. Pietro è stato recentemente restaurato, grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e alla Fondazione Banca del Monte di Lucca.

La parte lignea dello strumento, colpita da insetti xilofagi, muffe o micosi, è stata trattata con sostanze atte alla disinfestazione. Dopo aver proceduto alla pulitura dello strumento in ogni sua parte, è stata smontata la tastiera, consolidata nell’intelaiatura e controllata nelle fulcrature, finemente disossidate.

Sono stati sostituiti i feltri di fine corsa, con attenzione al ripristino della corretta cor verticale.
La pedaliera è stata smontata, pulita e consolidata; guarniture di fine corsa sono state sostituite con materia nuovi, omogenei, per spessore e natura, a quelli antichi.

La meccanica è stata pulita e trattata per prevenire la formazione dell’ossido, quindi montata con nuovi tiranti in ferro crudo, eliminando le corse a vuoto ed i giochi troppo ampi.
Il funzionamento è stato reso il più silenzioso possibile, compatibilmente con la precisione del tocco.
Dopo aver smontato e pulito il somiere, si è proceduto a regolare il funzionamento delle stecche di registro.
È sta rinforzato e restaurato il crivello e sono stati ricostruiti mantici. È stato inoltre montato un nuovo elettroventilatore, inserito entro un’apposita cassa insonorizzata.

Le canne di metallo sono state pulite senza pregiudicare la lettura delle segnature graffite o ad inchiostro e, comunque, senza asportare la patina superficiale presente sul metallo.
Il materiale fonico è stato riordinato in base alle segnature presenti sulle canne stesse, che sono state passate sulla forma per recuperare ammaccature e cedimenti.
Le canne di legno sono state pulite, consolidate impermeabilizzate.

L’organo è stato accordato alla pressione di 47 mm di colonna d’acqua secondo temperamento regolare a quinti di comma. Il corista è risultato La=467 Hz alla temperatura 18°C.

Il restauro dello strumento:
“Bottega 0rganara” di Dell’Orto e Lanzini

www.dellortoelanzini.it

Direzione dei lavori: Antonia d’Aniello

Materiale informativo a cura di Michele Giannelli e Maria Lucia Mautone

 

Le portelle, costituite da tele dipinte su entrambe le facce e tese su telaio ligneo, sono state sottoposte ad un trattamento in sottovuoto, mirato a consolidare il colore e a livellarne la superficie.
Le mancanze di tela e gli strappi sono stati risanati, impiegando inserti di tela antica.

Dopo aver effettuato alcune prove di pulitura, sono state rimosse le vernici e il deposito di nerofumo. Le lacune sono state colmate con gesso pigmentato e colla di coniglio, in modo da riprodurre il colore della preparazione originale.

Le integrazioni pittoriche sono state eseguite con colori a vernice secondo la tecnica della selezione pittorica. L’aspetto finale è stato ottimizzato con una verniciatura leggermente satinata.

Le cornici lignee sono state trattate con consolidante e antitarlo, integrate nelle parti di intaglio mancanti e ritoccate con colori a vernice su macchie e abrasioni presenti.

Il restauro delle portelle:
“Lo Studiolo” di Luigi Colombini e Ilaria Nardini con Maddalena Lazzareschì

Direzione dei lavori: Antonia d’Aniello

Materiale informativo a cura di Michele Giannelli e Maria Lucia Mautone